nimoterndom@tiscali.it 

                ENDURO MOUNTAiN BiKE 4X4 STRADA  ENDURO MOUNTAiN BiKE 4X4 STRADA   ENDURO MOUNTAiN BiKE 4X4 STRADA              

                                                                                 indietro

NON VOGLIO FARE DELLA PUBBLICITA' AL LIBRO DEL POLPO, CHE NON NE HA CERTO BISOGNO,  MA QUESTO RACCONTO E’ TROPPO DIVERTENTE.

 Tratto del sito:http://www.webalice.it/benzopirene/polpo.htm

Polpo: Enduristi Smanettoni

 

Ho girato con gli smanettoni dell'enduro. O meglio, li ho visti alla partenza, durante brevi soste per la minzione di gruppo, ai pasti e all'arrivo alla sera. E in pochissime altre occasioni. Ho commesso l'insano gesto durante un w.e. di luglio. Doveva essere una Via del Sale in piccolo, non più di dodici persone e così è stato ma durante la gita ho potuto vedere anche altre cose. Ho potuto toccare con mano quel che la gente normale intende per enduristi smanettoni. Smanettards. Ho potuto parlar con loro, vedere le loro moto, sentire le loro imprecazioni e le esclamazioni di gioia, ho potuto vedere da lontano i loro ingarellamenti seguendo il polverone che alzavano. Ho capito come seguono la manutenzione dei loro mezzi. Insomma è stato una due giorni etologica, etnologica e anche enologica, che molto mi ha insegnato e dalle osservazioni dal basso della mia breve esperienza e dall'alto della Bombarda ho potuto ricavare materiale per una serie di piccoli ritratti. Le condizioni meteo dei due giorni sono state perfette: tempo secco come un uadi algerino che non vede acqua da millenni. Cielo limpido implacabile, sole rovente. La zona era quella del basso Piemonte, ai confini tra Italia e Francia. Il solito dedalo di vie militari alte, di solito in buono stato di conservazione, polverose, e di domenica frequentate da tutto il mondo con tutti i mezzi possibili, a motore e propulsione umana, animale, eolica, con ruote e senza. Abbiamo superato dei nativi americani che trainavanoalcuni “travois" con i cavalli . I panorami erano degni della categoria mozzafiato. Ecco alcuni ritratti dei più caratteriali... MARIUCCIO, cinquantaquattro anni... Ha la faccia da bambino, la stessa di quando aveva sette anni. Con una leggera ondulazione dei capelli che adesso tendono al grigio. Mariuccio ha la faccia da bambino di sette anni figlio di puttana sempre con la fionda in mano. In moto ci sa andare, ha una KTM 400, gli fa schifo andare in piedi sulle pedane. Fa tutto da seduto. Anche la pipì. Soprannominato “O.D.”, dalle iniziali della terribile bestemmia che usa come inizio di discorso, come intercalare, come virgola e come chiosa finale dei suoi commenti. O.D. Esempio: Il sabato mattina percorriamo circa venticinque chilometri di asfalto per arrivare al primo sterrato e già il gruppo si mette in evidenza per dei “numeri” di un paio di componenti. Gli esercizi vengono eseguiti all'interno di delicati paesetti delle valli cuneesi. Lui, Mariuccio, che sarebbe una sorta di padre e capo spirituale di tutta la banda tranne me che non c'entro nulla ed è la prima volta che li incontro, registra le prime intemperanze. All'attacco dello sterrato c'è il primo briefing della guida, colei che conosce a mena dito tutto il percorso. Dopo le istruzioni sul fatto che lungo tutte le stradette, sentieri e mulattiere facilissimamente si potranno incontrare altri utenti delle montagne e tutte le ovvie raccomandazioni del caso, interviene Mariuccio: “...o.d... mi gira un un po' il c...o doverlo dire, ragazzi, ma non possiamo farci subito riconoscere per strada, o.d. Cerchiamo di non fare i pirla, senza superarci e far casini, e tu (rivolgendosi al più intemperante, cinquantatré anni...), o.d., con quella Honda di merda smarmittata, smettila di far bordello ai semafori. Cerchiamo di stare in fila, poi quando siamo in fuoristrada sfogatevi pure, o.d..... mi gira il ca..o ma devo fare la parte del rompic....oni....... o.d.....” Il giorno dopo, ho visto Mariuccio, con i miei occhi, fare una roba da galera. Una roba da 3 anni senza condizionale nel braccio dei neri africani e incazzati neri. Ho visto Mariuccio, dopo tutte le solite raccomandazioni del caso sulla civiltà e quant'altro, fare una roba tremenda. Sopra Limone Piemonte c'è una serie di tornanti zigzaganti che portano davvero in alto. Qualcuno, tempo fa, deve aver deciso che percorrere i tornanti in asfalto doveva essere da idioti. E ha creato un taglio su per i prati. Si vede una linea di terra in mezzo al verde che sale netta e dritta per un buon chilometro tagliando via tutti i tornanti. Il taglio è in mezzo a prati da fieno. Il contadino proprietario dei prati ha pur messo un filo di corda a protezione dei suoi prati. “Chissà che col filo i motociclisti si astengano dal passare dentro ai miei prati. Chissà che su quella linea di terra, magari un giorno torni a crescere erba per le mie vacche.”, deve aver pensato il “cunta”. Povero deficiente. Ho visto Mariuccio guidare personalmente una spedizione di sei smanettoni su per il taglio, abbattendo in un sol colpo il filo di protezione e salire su per il pendio ritmando asfalto e prato, asfalto e prato, asfalto e prato, fino in cima. Io viaggiavo con un buon quarto d'ora di ritardo, facendo finta di non conoscerli. Erano guidati da Mariuccio. Cinquantaquattro anni, un nipotino. Mio nonno quando voleva fare una cosa “giovane” andava a pescare senza mutande sulla riva dell'Adige. Ubriaco spolpo. Faceva pochi danni e mia nonna passava a prenderlo in Questura tutte le volte. GIANNI. Cinquantatré anni. Guida una Honda CRF 450. Grande perizia guidatoria e grande amore per lo smarmittare dentro i paesetti di campagna. SBROOAT! SBROOAT! Quel sabato l'ho visto e sentito con occhi e orecchi che mi appartengono, dare dei colpi di gas, fermo al semaforo, mentre due sventurate vecchine attraversavano la strada dietro di lui. Un tranquillo sabato mattina da trascorrere con l'amica del cuore ciappettando della vita e dei figli e dei nipoti. A una vecchina le è entrata in risonanza la protesi dentaria appena fatta da un dentista di Cuneo noto per i suoi conti astronomici. Aveva lasciato il marciapiedi tranquilla e totalmente inconsapevole di cosa stava per accaderle. Non aveva notato la mandria di motards colorati e ingrifati come gorilla dopo un anno di ritiro spirituale trascorso sull'asfalto della Bologna-Firenze. La poveretta ha raggiunto la sponda opposta con in bocca un groviglio di denti e archetti metallici che neanche allo sbarco in Normandia s'era visto un casino simile. Tutto distrutto con due colpi di marmitta di CRF 450. Era anche tutta spettinata, un macello. All'altra è aumentato di botto il diabete già alto di suo. Povere donne. Conducevano un'esistenza al limite della serenità eterna fino al giorno in cui Gianni è entrato nelle loro vite. SBROOAT! FORCHETTA. Per lui la Bombarda è un cancello, me lo avrà detto duecento volte in giorno. Mi ha pure chiesto se avevo il telecomando o dovevo spingere a mano. Avrei dovuto fracassargli la faccia con una grandinata di pugnazzi. Ma sono un signore, con le corna ma un signore. In compenso lui guida un catarro di KTM 250 due tempi puzzolente come una petroliera battente bandiera del Bangladesh. In Bangladesh non si curano molto della carburazione, nemmeno della manutenzione del cambio....uah, uah, uah, uah,..... Per lui le moto da fuoristrada giapponesi sono pattume. Tutte. Su un modello da strada che comincia per “erre” e finisce per “uno”, posso essere d'accordo. Per “Forchetta esiste solo la KTM. Il solo colore possibile è l'arancione, accompagnato dal nero. Nella lista nozze, per la casa, ha preteso solo elettrodomestici KTM. Lavastoviglie KTM. Frullatore KTM. Aspirapolvere KTM. Tritacarne KTM. Gelatiera KTM. Frigorifero KTM. Lavatrice KTM. Macina caffè KTM. Phon KTM. Bambola gonfiabile KTM. Distributore di Viagra KTM. Pillole arancioni da una parte, nere dall'altra. Dopo un mese sua moglie non ne poteva più e si è trovata un amante. Un giapponese campione di enduro. Una manetta pazzesca. Guida una moto giapponese. Una Honda. XR. 600. “Te la salgo iiiio la mulattiera!” Parafrasando un noto cabarettista di Zelig, Forchetta voleva fare con me lo sborone nel bosco. Che per altro ci vuole una bella dose di inconsapevolezza. Invece, track! Ho visto Forchetta diventare a macchie arancioni e nere per la rabbia e la vergogna. In un bosco. Il cambio della sua moto KTM si è bloccato. In quarta. 'Sto sfigato! Il cambio? M O R T O!!! La moto? Inutilizzabile!!. Dieci minuti prima aveva appena finito di ridere della Bombarda. Parlava di cancelli e fabbri, serrature da oliare. “Ridi...ridi...” ha pensato la Bombarda. Lei è magica e mi ama. D'improvviso ha smesso di ridere. È sbiancato lui e pure il casco. L'ho visto e sentito tirare giù tutte le madonne e i santi del paradiso. La moto buttata giù lungo la sponda della montagna. Ha tirato fuori scuse insostenibili come quelle del nano pelato, tipo: è colpa del passaggio di Saturno; è un chiaro fumo persecutorio; i giapponesi ce l'hanno con me; ieri era venerdì 13; non ho digerito i peperoni; le KTM sono delle gran moto ma con la pioggia patiscono ( non pioveva da maggio). Tra le lacrime di disperazione l'ho sentito singhiozzare la seguente frase: “ E poi...mia moglie.... forse.... ha un amante... austriaco però!” Poi ha preso a pedate il casco. Se la cava meglio a calcio che in moto, questo lo posso dire. A parte che l'amante è giapponese, non sapeva davvero a che cosa attaccarsi. Un volontario è partito in avanti per cercare di fermare il gruppone che intanto stava macinando e rimescolando pascoli su pascoli di impianto secolare. Da lontano si sentiva Luigi, un pastore occitano muto dalla nascita, urlare insulti in patois rivolti alla madre del capo gita Mariuccio e alle madri di tutta la banda ingrifata. Facevano un casino d'inferno. In fine il gruppo si è ricomposto al capezzale del catarro arancione. Tranne Gianni, tutti gli altri hanno moto della stessa marca. La solita. Tutti guardavano da dietro le spalle il lavoro di Mariuccio. Gianni pigliava per il culo Forchetta. Gli sta bene. Mariuccio, eroe del giorno e salvatore della gita di Forchetta, ha eseguito una apprezzabile operazione a cuore aperto sul selettore del cambio, la forchetta, appunto. Mariuccio faceva il chirurgo, gli altri passavano i ferri: “...o.d., passami la brugola da otto, o.d....” “...o.d. bisogna smontare anche l'espansione, o.d...” “...o.d. ' ste mosche di merda.... o.d.” Forchetta ha vissuto il suo momento peggiore quando io ho cominciato a leggere ad alta voce le seguenti frasi sui singoli pezzi che Mariuccio estraeva dalla sua moto: MADE IN TAIWAN FOR KTM AUSTRIA. MADE IN LAOS FOR KTM AUSTRIA. MADE IN CHINA FOR KTM AUSTRIA. MADE IN PATAGONIA FOR KTM AUSTRIA. MADE IN CIAD FOR KTM AUSTRIA. MADE IN GUATEMALA FRO KTM AUSTRIA. MADE IN MALI FOR KTM AUSTRIA. MADE IN PERDASDEFOGU FOR KTM AUSTRIA. Forchetta è stramazzato in terra con le gambe rigide e la bava alla bocca. Una scena ripugnante. I suoi amici l'hanno rianimato con dei sali che si portano sempre dietro. Pare che Forchetta sia solito farsi prendere da 'ste crisi da femminuccia. Gli hanno somministrato Sali austriaci, granuli arancioni e aria austriaca. 'Sta gente è malata. La dolce Euchessina, gli darei e poi a lavorare come tutti. Io intanto guardavo come si fa a smontare un cambio nel bosco. Serve sempre, dovessi andare in giro con altri amichetti con la KTM. Ricetta per non avere problemi col cambio nel bosco. Primo: accertarsi di non avere una KTM col cambio. Meglio una col variatore, tipo il Ciao Piaggio. Secondo: pilotare felici una XR 600. Chi ha la manetta per farlo, naturalmente. Senza doversi portare appresso una manciata di forchette e il meccanico che pensa a tutto. Un'ultima cosa. La moglie di Forchetta ha chiesto il divorzio. Si farà curare gli aspetti tecnici del più bell'affare della sua vita da uno studio legale austriaco. Foro competente: Mattighofen. Austria. MULETIERE ROULANTE. Ho osservato gli enduristi smanettoni per un intero fine settimana. Ho capito alcune cose. Ho capito che l'enduro, inteso come attività sportiva, per l'endurista smanettone é uno spazio necessario nella mente. Ho secreto un concetto. La MULETIERE ROULANTE. La Muletiere Roulante è un pensiero che mi è venuto spontaneo mentre, in solitaria, percorrevo la via del sale. Tutti gli altri erano avanti di un'ora circa. Tutto nasce dal fatto che l'endurista smanettone gira col paraocchi dentro il casco. Il senso del turismo, del viaggio o quantomeno della scoperta, in lui non esiste. Il turismo lo compie quando viaggia in automobile. In treno. Aereo. Bicicletta. All'endurista smanettone non frega un accidenti del panorama e dei profumi degli eventuali boschi che sta violentando a manetta sempre spalancata. All'endurista manettone frega di trovare tre pasti caldi al giorno con dose di alcool appropriata al volume del proprio ventre, di solito ben dilatato. Gli frega di svenire sul tavolo, dopopranzo, per mezz'ora, con le braccia conserte che accolgono la sua testolina ancora rivestita dal casco ( l'endurista consuma i propri pasti indossando sempre il casco, non si sa mai che arrivi la Forestale che vuole portarsi via il mio Kappone, minchia....). Lo stuzzicadenti rigorosamente tra le labbra che vibra ritmico col russare che ricorda sempre il suono della propria marmitta taroccata. E' importante che ci sia un benzinaio lungo il percorso per non rimanere senza propellente. E' di vitale importanza che sul percorso dello smanettard ci siano dei viandanti macchiati dalla colpa di essere presenti sul suo stesso percorso. Biciclette, passeggini a propulsione mammaria, bimbetti col biberon pieno di latte e biscotti che col passaggio di Gianni diventa burro denso. Anziani pensionati che lenti passeggiano leggermente claudicanti ma sereni, escursionisti vari, cavalli e cavalieri, muli e mulattieri, cammelli e cammellieri. Lo smanettone dell'enduro a parole è democratico. Dice: “La natura è di tutti e se trovo delle persone sul mio percorso rallento e le saluto e se è il caso mi fermo e spengo il motore. ....Però! ...Se uno in bici non risponde al mio saluto, non ha una faccia allegra di vedermi, non mi rivolge un lungo cenno di cordialità, non scende dalla bici, non mi cala i pantaloni e attacca una memorabile fellatio sulla sterrata militare a tremila metri, allora rallento,... certo che rallento,.. mi metto due metri davanti a lui che è lì con la sua faccia idiota, scalo tre marce e gli sparo una scarica di sassi su quella facciazza scema che cià!” Sentito con le mie orecchie. Li ho visti i ciclisti, pedalare al limite dell'infarto cardiaco coronarico, oltre i tremila metri, avanzano in salita al rallentatore ma tenaci, con una espressione di sofferenza che in confronto la crocifissione di gesùcristo sembrava una seduta di massaggi eseguiti da vogliose e disponibili signorine thailandesi. Questi poveretti il più delle volte non hanno la faccia felice che farebbe felice il nostro endurista smanettone, non hanno la frequenza cardiaca dell'endurista smanettone. I ciclisti stanno ad almeno 190 battiti al minuto. La frequenza respiratoria dell'endurista sa di vino e aglio pesante. Rutto libero. Per non parlar delle scureggie velenose che mollano. Per forza i ciclisti magari non ti salutano felici di vederti. Loro stanno pedalando da otto ore, l'endurista smanettone arriva allo stesso punto in venti minuti a fuoco travolgendo tutto quel che trova davanti a se. Talmente veloce che al suo passaggio si assiste al raro fenomeno del cambio di stagione ultralocalizzato: lui entra, o meglio, penetra una zona di primavera e durante il suo passaggio, li, proprio dove è lui, diventa autunno inoltrato con mortificazione della flora e della fauna. Talmente a fuoco che il suo passaggio intreccia e accavalla malamente meridiani con paralleli, longitudini con latitudini. Una colica geografica di proporzioni vergognose. Galileo non avrebbe approvato, nemmeno Tolomeo. Lo smanettard predilige in ordine sparso: delicati sentierini tappezzati da erbetta fresca che farebbero ingolosare pure una tigre carnivora sanguinaria; giardinetti con altalene e scivoli; cortili di asili e scuole elementari; aree protette in genere; prati con vacche al pascolo; recinti con cavalle che allattano puledrini neonati; parchi naturali dichiarati dall'UNESCO patrimoni dell'umanità. Lo smanettone dell'anduro adora allenarsi sulle spiagge di schiusa delle uova della rarissima Caretta caretta, la ormai rara tartaruga marina che cerca di proteggere i suoi piccolini che per salvarsi dai tasselli di Forchetta si butterebbero pure in bocca a dei branchi di squali tigre bulimici. L'endurista smanettone adora guadare torrentini dove stanno facendo scuola di nuoto tenere nidiate di giovani e timide trotelle con la mamma trota e il papà troto. Le sue ruote arrivano dentro l'acqua più pulita del mondo e i tasselli creano un fiumemoto che sconvolge i pesciolini per generazioni. Tutti i pesciolini a San Patrignano. Ed ecco che mi nasce spontaneo il concetto di “Muletiere Roulante.” Si tratta di un macchinario del tutto derivato dai tapis roulant che si trovano in tutte le palestre del mondo. Un banale tappeto che rotola inesorabilmente sotto i piedi di un qualsiasi atleta che voglia, per qualsiasi motivo, correre al coperto e non in mezzo alla natura. Correre su un tappeto rotolante è una noia mortale lo so, l'ho provato molte volte, è noioso come tentare di uccidere un toro chianino a forza di baci. Però tutto cambia se lo si adatta alle esigenze del nostro amico dall'inguine mal lavato. La “Muletiere Roulante” non è complicata La parte originale è caratterizzata da un tappeto rotolante che a seconda delle impostazioni offre al pilota diversi tipi di fondo: Rocce umide o asciutte; Pietre smosse; Pietre ferme; Fango e fangone; Terreno duro e polveroso; Sabbia africana in tutte le consistenze; Ruere leggere e profonde; Muschio fradicio; Erbetta da foraggio pronta da falciare; Erba appena falciata; Fieno pronto da raccogliere; Campo di cereali pronti per la mietitura ( troppo godere); Ghiaia; Neve; Ghiaccio; Rocce vulcaniche. I fondi si possono programmare a piacere, si possono anche mescolare. La moto uno se la può portare da casa... “Minchia, mi porto il mio Kappone...” “Si,...porta pure il tuo Kappone multinazionale del terzo mondo e non dimenticare una manciata di forchette del cambio che poi fai la solita figura da cioccolataio nel bosco.” Oppure l'irriducibile della manetta trova una moto di serie già montata dalla casa costruttrice dell'aggeggio rotolante. L'aggeggio infernale è dotato di un pannello a controllo elettronico grazie al quale si possono selezionare le diverse funzioni: Velocità, Pendenza, impostazione a priorità di tempo o di distanza. Un display conta le calorie consumate, i watt prodotti e le corna che nel frattempo ti stanno crescendo. Si possono aggiungere delle difficoltà realistiche che, come in un video-game, aumentano i punti: Mamma con passeggino e bimbetto col biberon; Reparto di boy scout in gita; Ciclisti con faccia felice o incazzata; Anziani col bastone; Escursionisti, mingherlini o grossi come un freezer; Verdi sensati e non; Forestali corruttibili e non; Pastore con cani, greggi e mandrie di vacche a scelta; Cavalli e cavalieri; Animali selvatici; Funerale solenne di montagna; Corteo di auto d'epoca in marcia su strade militari; Naturalmente è possibile selezionare più utenti del percorso scelto in modo da creare più difficoltà. Non mancano le funzioni stagione, clima e temperature: Grazie a una serie di tasti si possono scegliere le diverse condizioni climatiche: Bel tempo; Secco; Gran secco; Caldo della madonna; Sahara ad agosto; Nebbia; Pioggia; Grandine; Temporale; Burriana infame; Tutta la rosa dei venti; Tifone.. “Minchia, col mio Kappone nel tifone...” Per rendere molto alto il senso del reale, la Muletiere Roulante è dotata di impianto stereo surround che riproduce le grida e gli insulti in diverse lingue e dialetti locali delle vittime selezionate sul pannello elettronico. Un nebulizzatore procurerà all'esaltato di turno anche il puzzo dell'ipotetica moto che sta davanti a lui, una due tempi se si è alla ricerca del meglio, se si è dei gourmet dell'enduro. Impostato tutto il desiderabile sul pannello di controllo, è sufficiente indossare la tenuta da fuoristrada, allacciare il casco e premere il tasto start. Start....si.... quello.... NOO!!! ...non quello... START.....quello a destra... NOO!!!... quella è la sinistra.... Quella dove hai l'anello arancione, .... Si quello del matrimonio...si...dentro ci hai fatto scrivere "KTM FOR EVER".... ecco... bravo... Si,... si,... bello il matrimonio, peccato che tua moglie sia scappata con un libraio... Allora il tasto start.. è a destra, la mano destra.... Quella di quando ti tocchi.... Que...ecco.... bravo quella che gli dai il gassssss......bravo... Si,... si, ....certo...sei forte.... Si, ...si,.... sei un manico.... si.... sì.... Bravo, ....bravo... Bravo... Adesso però,.... schiaccia quel cazzo di bottone e non rompere i maroni. P.S.: Ciao, Frank!