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                             ENDURO MOUNTAiN BiKE 4X4 STRADA  ENDURO MOUNTAiN BiKE 4X4 STRADA   ENDURO MOUNTAiN BiKE 4X4 STRADA  

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Il 2010 è stato per adesso un po’ morto, se si elude la TSP, nessun bel giro, niente viaggi, e allora il regionale di enduro a COLLIO può essere l’occasione per un bel giro.

Che moto scegliere? Il GS ha dalla sua la comodità, ma consuma, il Beta è scomodo, ma fa 30 Km con un litro, come si dice “più del dolor potè ….”

                                                               

                                                                                               Prendo il beta.

                                                                                           

 

  Io credo che i motociclisti si dividano in due gruppi, quelli che partirebbero all’alba, e quelli che non si muovono prima delle 10.

Da quando sono nati i miei bambini, la coscienza mi impedisce di lavorare tutta la settimana e poi la Domenica salutare tutti e partire con gli amici, e allora non resta che partire presto (7,00, 7,30 al massimo), 4-5 ore di moto e alle 12.30 precise a casa, a pranzo con la famiglia.

Inoltre le mie uscite sono di esplorazione, perciò gli amanti del fuoristrada puro e duro, non vengono, per cui escludendo quelli che vogliono dormire, quelli che hanno l’allergia all’asfalto, quelli che non vogliono perdere tempo a cercare nuove strade, non mi rimane che girare da solo.

Alla proposta di partire alle 6.00, solo Chopper e Gigiò accettano, vorrà dire che faremo il nostro figurone con 3 Beta Alp. 

Ritrovo N45.37585  E9.79412

Alle 6,00 sono il primo ad arrivare,

Poi   Gigiò

 

infine Chopper ( notare la faccia di Gigio all’alba)

 

Partiamo subito, prendiamo la statale verso Brescia,

N45.38990 E9.85469 tangenziale di Soncino-Orzinuovi,

poi di nuovo verso Brescia, N45.41358 E9.94443

 la S.S. è di una noia mortale, ma mancanza di traffico la rende più sopportabile.

Al Km 29,5 si deve prendere la S.P. 19 per la Val Trompia,  

La strada corre tra le Valli  ad un certo punto si è dominati dalle sagome di due chiese sulle cime (Santuario Della Stella N45.59528 E10.17789,  Pieve Vecchia N45.59837 E10.15604).

 

La strada è deserta, l’odore del granoturco reso più forte dall’umidità ci tonifica e ci fa compagnia fino a CONCESIO, (N45.60996 E10.20819)  famosa per avere dato i natali a Papa Paolo VI. Qui si deve girare sinistra e seguire le indicazioni Maniva Collio.

 I Paesi si susseguono tutti uguali, non sembra vero, ma fino a non molti anni fa, la strada era definita da una serie di villette e abitazioni in tono, purtroppo da qualche anno sono sorti capannoni e condomini dal gusto ….. 

 N45.63244 E10.19553  Villa Carcina 

 N45.64897 E10.20102  Sarezzo 

 N45.68686 E10.18583  Gardone 

Dopo Gardone il panorama diventa meno malinconico, i capannoni sono meno invadenti e qua e la si intravedono delle case che sono un pallido ricordo di come era la valle,

N45.72175 E10.23025   Brozzo 

N45.74551 E10.24075   Tavernole 

N45.76801 E10.26260   Aiale  

Dopo il paese si deve girare a destra attraversando il ponte sul Mella.

Da qui la strada diventa veramente bella e guidabilissima, tornanti, curve, niente rettilinei e tanti alberi, poche baite nessuna auto e solo alcune biciclette.

N45.77891 E10.26453  Zigole 

 N45.77158 E10.28701   Irma 

(Da qui si può girare a sinistra verso la chiesa e seguire lo sterrato verso a VAREZZE, consiglio, arrivati al rifugio,  di bere un caffè rinforzato, dove invece di usare l’acqua si usa un miscela di vari liquori.

Dal rifugio, poi, si può salire fino al passo Croce.

Lungo il sentiero ci sono varie deviazioni tutte ormai vietate lungo le quali si arriva a Odeno,  Pertica Bassa, Promo Vestone). 

Dopo circa 5,0 Km da Irma,si arriva ad un bivio N45.76634 E10.31427, tenere la sinistra,

dopo 3,50 Km si arriva a Odeno, N45.74686 E10.33680 dove si tiene la destra.

 

N45.74547 E10.32145 Laveno 

N45.74233 E10.31856 Noffo 

 La strada piccolissima diventa stretta anche per moto+macchina, ad un tratto appare il lago di Bongi N45.73102 E10.33136 .

Non ci si deve aspettare un lago alpino, è molto piccolo, poco profondo, però a parte due case e un ristorante non c’è anima viva, un posto ideale per uno spuntino.

 

Dopo la foto di rito si parte

 

Prima  Chopper

 

Poi Gigio

Un saluto al lago

 

N45.71237 E10.34129   Mura, gira 

N45.70201 E10.38705   Vestone, ss 

N45.73808 E10.43645   Lavenone 

N45.73460 E10.45832   lago d’Idro 

N45.76587 E10.49186   Anfo,  

Dopo Anfo, N45.76906 E10.49643, si gira a sinistra, attenzione, il segnale che indica Maniva è poco visibile.

Se invece si prosegue per qualche Km, si possono vedere lungo il lago e in alto a sinistra sui monti  i ruderi della rocca di Anfo.

 

                           (http://www.eridioholiday.it/italian/cosa_vedere_anfo.php)

 

 

La strada sale poi con una serie infinita di tornanti.

E’ tratto è particolarmente spettacolare, in 18 km si supera un dislivello superiore ai 1000 metri, infine si giunge al passo Marè e al  al rifugio rosa di Baremone, dove si deve parcheggiare e proseguire a piedi sulla stradina sterrata che porta in 2 Km al Forte.

( http://www.fortificazioni.net/Brescia/cima_dellora.html)

 

 Prima del rifugio a Gigiò non sfugge un camper volkswagen westfalia parcheggiato,  

 è l’occasione per scambiare qualche impressione sul mezzo, che ha appena acquistato, purtroppo della coppia solo la moglie conosce qualche parola di italiano, vorrebbero parlare inglese, ma sfortunatamente noi tre parliamo solo dialetto e un poco di italiano scolastico. 

  Lasciato il rifugio  inizia il tratto in quota, la strada è stata tagliata nella montagna dai soldati italiani per rifornire il forte. La carreggiata ormai è stata asfaltata,

 

sale dolcemente, tra prati e pascoli,

 in pochi Km si raggiunge il passo della Spina (1521m), dal passo si può godere il panorama della isolata valle del torrente Abbioccolo.

 Ricordo quando ho percorso la prima volta questa strada, tutta sterrata, lungo il percorso si trovavano i rifugi scavati dai soldati per proteggersi dai bombardanti degli austriaci, ma l’emozione maggiore era stata il vedere i camminamenti e le trincee ancora perfettamente visibili, e trovare lungo il percorso le stelle alpine.

Un occhio attento può individuare qualche rifugio solo lontano dalla via, mentre quelli che potevano essere accessibili sono stati tutti murati, in quanto alle stelle alpine, sono solo il lontano ricordo di quando non nessun turista  passava su queste valli.

I rifugi

Dopo il passo si devono percorrere due gallerie, il fondo non presenta nessuna difficoltà.

 

Usciti alla luce la strada diventa sterrata, i burroni ci accompagnano fin al Passo delle Berga (1527 metri).

 Il pensiero va ancora alle difficoltà che i soldati devono aver superato per aprire la via.

Lungo il percorso  immancabili sono gli incontri con altre moto e ciclisti in mountan bike, sono quasi sempre tedeschi, che alla guida  di moto sempre stracariche salutano e passano sicuri (mi sono sempre domandato come facciano a conoscere queste strade sconosciute anche alla maggior parte di noi).

La salita prosegue poi fino a sfiorare il passo delle Portole (1726 metri)

Qui si trovano sempre parcheggiate molte auto, sono quelli che vogliono scalare la corna Blacca senza fatica.

Da questo punto si incomincia a scendere in maniera impercettibile fino a raggiungere passo Maniva (1660 metri).

Prima del passo si sfiora un canalone di neve, è anche da qui che nasce il fiume Mella.

Al passo (N45.82273 E10.41002) si trovano due ristoranti .

Dove ora c’è il parcheggio fino a non molti anni fa si allargava una piccola valle, da dove  si poteva scorgere Bagolino, era uno dei pochi passaggi da dove l’esercito austriaco avrebbe potuto sfondare il fronte italiano, i nostri soldati avevano perciò scavato tutta una serie di trincee, purtroppo la valle, con i camminamenti che tagliavano i prati, è stata in gran parte spianata, oltretutto l’opera di distruzione non si è  ancora esaurita, ma continua nel tentativo di  realizzare altre piste di sci.

Il vero rifugio del Maniva, distrutto dal fuoco, il famoso Rifugio Bonaldi,  si trovava in direzione CroceDomini, ora sulle sue rovine sono sorte delle villette a schiera.

Ci sono 3 strade che lasciano il passo, la prima sale al verso il CroceDomini attraverso il giogo della Bala, la seconda scende a Bagolino , e la terza scende  verso la Val Trompia, noi prendiamo la questa terza.

La discesa è abbastanza divertente, nonostante sia ormai larga e frequentata.

Il primo paese che si incontra è San Colombano (N45.81295 E10.36972), qualche Km dopo il paese, sulla destra, si vede una scala in cemento che sale verso la fonte della Busana (N45.80947 E10.35050).

La sorgente curativa, era nota da tempo, e l’albergo che sorge accanto molto frequentato, ora tutto sa di abbandono, ciò non toglie che una fermata e una bevuta non può che far bene.

Arrivati a Collio (N45.80981 E10.33680) possiamo assistere al passaggio del nostro amico Oscar in speciale. Fortunatamente gli organizzatori del MC Gardone hanno preparato un tendone dove si può pranzare a poco prezzo.

Dalla val Trompia ci sono due possibilità per scendere al lago d’Iseo, o dalla val Palot, o da Ponte Zanano, la prima e più tortuosa sale fino a metri 1418, la seconda più adatta a mezzi veloci con curve larghe e visibili, e permette la deviazione che da Zoadello sale a Santa Maria del Gioco.

Noi preferiamo la prima, da Collio scendiamo fino a Lavone e da qui si gira a destra (N45.76184 E10.24921) verso il passo si san Zeno. La strada è bellissima infatti da anni è stata scelta come prova speciale del rally 100 miglia.

Sale a Pezzaze , Lavone, Pezzoro (N45.77466 E10.23831), Pezzazole, Stravignino, Mondaro, Avano, Prato Nuovo, Colle San Zeno, Rifugio Piardi, il percorso è tutto ombreggiato, le baite che si susseguono lungo il percorso sono tutte perfettamente restaurate.

Da rifugio si comincia la discesa verso Palotto, al punto N45.8080, E10.1651, qualche Km dopo l’ albergo Stella, si può girare a sinistra e salire  in mezzo ai boschi verso Croce Marini e Dosso della Pedola e scendere a Grignaghe, altrimenti continuare direzione Fraine, Sonvenigo e infine Pisogne e il lago di Iseo.   

Un gelato prima del ritorno.